jeudi 9 août 2007

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Ho appena finito di leggere un articolo su "lampada annuale", un' opera di Alighiero e Boetti che mi è capitato di vedere qualche tempo fa al Palais de tokio. "Lampada annuale" consiste in un box nero con all'interno un bulbo elettrico che, l'artista ci assicura, si accendera' in un non precisato periodo,ma una volta all'anno, per undici secondi;
Cristophe Kihm espone chiaramente e efficacemente la sua lettura dell'opera,sottolineando tra le altre cose che questa produce una potenzialita' che "non puo',non deve essere dimostrata". Sono d'accordo,ma perche' non accennare nemmeno un'attimo allo shock,alla vertigine che provera' colui che sara' presente,a meno che cio' non avvenga nella notte,nel momento dell'accensione? Non e' l'aspetto piu' importante dell'opera? Sono d'accordo. In ogni caso è un momento dell'opera a cui il critico non accenna. Per il fruitore è legittimo diffidare dell'artista e in quel momento tutte le sue angosce,la sua vulnerabilita' di fronte a una tale opera verrebbero assopite. E poi,quando ci potremmo prendere ancora il lusso di emozionarci per una lampadina che si accende?
Consiglio vivamente di leggere il saggio,in francese e in inglse, su ARTPRESS2,TRIMESTREL N°5

5 commentaires:

art|81|benny a dit…

Quando il racconto è più importante dell'opera stessa: in fondo non è importante se questa lampadina si accenda o no, il fatto che l'artista stesso dica che si accenderà una volta all'anno già è un'operazione estetica. Dopotutto il nostro caro Cattelan ha basato gran parte del suo lavoro sul racconto. E il fruitore cosa fruisce dunque? Un'idea, come un assunto qualsiasi nel Tractatus di Wittgenstein, ma meno pesante e più ironico. Forse più saggio.

emanuelef a dit…

la penso alla stessa maniera,l'importanza dell'opera è altrove. Cio' nonostante non mi sembra giusto sorvolare su un momento dell'opera. Nonostante si',in effetti il fruitore fruisca un'idea. è un po come aprire la scatola di merda 'artista di Manzoni

emanuelef a dit…

con l'esempio della scatola di manzoni mi sono spinto troppo oltre,negando cosi' le mie stesse parole.colpa della fretta ;. Comunque,riflettendo posso intuire senza fatica perche' si debbba rimanere nell'ordine delle idee,quando al contrario io cercavo in ogni modo,e sicuramente controvoglia dell'artista,di riportare l'opera al fenomeno. Cio' non toglie che godrei ad essere li' nel fatidico momento

art|81|benny a dit…

In effetti, l'esempio della scatola di Manzoni riporta l'attenzione sul racconto dell'artista: noi non possiamo avere esperienza se il contenuto sia in effetti merda, oppure no. Sappiamo però che l'artista l'ha detto e scritto (e se non ricordo male Manzoni ha anche detto che nel caso fosse stata aperta, la scatola avrebbe perso ogni valore estetico). Ma, come hai detto bene, anch'io morirei per sapere cosa c'è dentro, se c'è: esperire un fenomeno che non si può esperire, il massimo della seduzione dell'opera d'arte - e non solo. L'incomunicabile e l'inesperibile sono valori estetici universali?

emanuelef a dit…

una decina di anni fa,forse meno,vidi di sfuggita un documentario a riguardo. Qulcuno stava per aprire la scatoletta di sardine/merda/? . non arrivai alla fine. bisogna ritrovarlo in rete,su youtube non mi pare ci sia :(